La ritrattistica fotografica. Una prospettiva d'insieme. \ PHOTOGRAPHIC PORTRAITURE: A BROAD PERSPECTIVE.
Al di là della Street Photography — la Ritrattistica
Beyond Street Photography — Portraiture
Per parlare di un genere completamente diverso dal solito, la ritrattistica appunto, che propongo professionalmente, occorre fare un passo indietro e chiarire un punto fondamentale: l’esistenza di diversi generi fotografici.
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To discuss a genre that differs completely from the one I usually cover—portraiture, which I offer professionally—we must first take a step back and highlight a fundamental point: the existence of distinct photographic genres.
I generi fotografici – semplificazioni e categorizzazioni.
PHOTOGRAPHIC GENRES – SIMPLIFICATIONS AND CATEGORIES
Come in ogni ambito artistico, i confini sono sfumati e spesso indefiniti. Noi esseri umani abbiamo bisogno di organizzare e catalogare per poter discutere su un piano relativamente semplice; ma la realtà non è mai semplice, e ogni semplificazione comporta una perdita.
Uno degli aspetti che contraddistinguono la Street Photography (o almeno buona parte della fotografia di strada) è il cosiddetto “momento decisivo” di bressoniana memoria. Ebbene, questo concetto può essere applicato a qualsiasi genere fotografico: dalla ritrattistica alla fotografia di architettura, fino alla fotografia di paesaggio.
Ad esempio, una luce particolare di una giornata primaverile che filtra tra le nuvole può disegnare ombre e geometrie capaci di trasformare un paesaggio. Quel paesaggio, magari fotografato migliaia di volte, forse — chissà — non è mai stato ripreso in quel modo. Nella mia fotografia, e in generale nel lavoro di Studio Nove100 (link qui), questo è un principio fondante, qualunque sia il genere.
Ecco un esempio di elemento formale che attraversa generi fotografici diversissimi. Anche un ritratto può essere strutturato in chiave estremamente dinamica, in cui proprio la libertà espressiva del soggetto ripreso, non costretto da pose rigide, può rendere possibile raggiungere livelli emotivi e personali preclusi ad un approccio più formale. Il “momento decisivo” può esistere anche nella ritrattistica.
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As in every artistic field, boundaries are blurred and often undefined. We humans need to organise and label things so we can talk about them on a relatively simple level; yet reality is never simple, and every simplification entails a loss.
One hallmark of Street Photography (or at least of much street work) is the so-called “decisive moment,” a concept made famous by Henri Cartier-Bresson. But that idea can apply to any photographic genre—from portraiture to architectural photography to landscapes.
Take, for instance, a particular spring light filtering through clouds, casting shadows and geometries that transform a landscape. That scene, perhaps photographed thousands of times, might—who knows—never have been captured quite like that. In my own work, and in the practice of Studio Nove100 (link here), this is a founding principle, whatever the genre.
Here is a formal element that crosses very different categories. A portrait, too, can be structured in an extremely dynamic way: the sitter’s expressive freedom—unconstrained by rigid poses—can unlock emotional and personal depths that a more formal approach would never reach. The decisive moment can exist in portraiture as well.
La ritrattistica
PORTRAITURE
Oggi ci occuperemo esclusivamente della ritrattistica per brevità, ma torneremo sul tema affrontando altri generi e convergenze. Se pensiamo a un ritratto, i livelli di analisi sono pressoché infiniti, così come le modalità di approccio.
Personalmente ho un’idea molto precisa: non considero un ritratto una fotografia che non sia in qualche modo rappresentativa della persona, almeno in un aspetto. La posa plastica del modello o della modella, per quanto credibile, con luci perfette dal punto di vista tecnico, non è nemmeno la premessa di un ritratto: è un mero esercizio di posa e gestione delle luci.
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Today we will focus solely on portraiture for brevity, but we will return to the topic when discussing other genres and points of convergence. When we think of a portrait, the layers of analysis are virtually endless, as are the possible approaches.
I hold a very specific view: I do not consider a photograph to be a portrait unless it is, in some way, representative of the person—even if only one facet. A polished pose lit with flawless technique is not even the starting point of a portrait; it is merely an exercise in posing and light management.
Ritratto o esercizio di stile?
PORTRAIT OR STYLISTIC EXERCISE?
La linea è sottile, e il discorso vale anche per gli autoritratti. Se la ricerca è puramente estetica, cadiamo in una trappola; se l’ego autoriale diventa preponderante, vedremo più il fotografo che il soggetto.
L’equilibrio è delicatissimo: occorre un dialogo e un tempo relazionale fatto di luci e ombre, la giusta distanza emotiva. Che si tratti di luce naturale, artificiale, flash o luce continua, cambiano le tempistiche: con il flash si controlla meglio la luce, ma si rallenta il processo. In alcune sessioni serve una gestione della luce estremamente accurata; in altre è indispensabile la velocità che permette all’emotività del soggetto di emergere. Non esistono regole fisse, ma ricordate che in ritrattistica esistono almeno cinque livelli fondamentali:
Estetico – Estetica visiva
Formale – Scelte tecniche e compositive. La struttura formale della foto, e i suoi spazi.
Emotivo – Sentimenti più o meno evidenti e più o meno intimi espressi.
Relazionale – Dialogo tra fotografo e soggetto, tra soggetto e set del ritratto. Accessori compresi.
Esistenziale – Significato profondo, identità
In nessun ritratto troverete un equilibrio perfetto fra questi fattori: uno prevale sempre sugli altri. Dipende dal fotografo, dal soggetto e dalle ragioni per cui si fa ritrarre. Se manca del tutto anche uno solo di questi fattori, il ritratto — per come lo intendo io — non funziona.
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The line is thin, and the same applies to self-portraits. If the pursuit is purely aesthetic, we fall into a trap; if authorial ego dominates, we see more of the photographer than the sitter.
The balance is delicate: it requires dialogue and relational time woven from light and shadow—the right emotional distance. Whether natural, artificial, flash or continuous, light changes the tempo: flash offers greater control but slows the process, while some sessions need speed so emotion can surface. There are no hard rules, yet remember that portraiture involves five fundamental levels:
Aesthetic – Visual appeal
Formal – Technical and compositional choices: the photograph’s formal structure and its spaces
Emotional – Feelings expressed, more or less evident and intimate
Relational – Dialogue between photographer and subject, and between subject and the portrait set (props included)
Existential – Deep meaning, identity
No portrait balances these factors perfectly; one always dominates. It depends on the photographer, the sitter, and the reasons for being photographed. If even one factor is entirely absent, the portrait—as I understand it—fails.
Il motivo per cui ci si fa ritrarre
WHY PEOPLE SIT FOR PORTRAITS
Il perché è la base da cui nascerà l’equilibrio fra i cinque fattori.
È evidente che il risultato sarà diverso per chi si fa ritrarre per mettersi in gioco, rispetto a chi lo fa per segnare un momento di grande cambiamento, per fotografie di famiglia, per un percorso “terapeutico” con la propria immagine o, ancora, per un ritratto professionale che rappresenti una nuova fase della carriera. Le motivazioni sono infinite e fondamentali; senza un dialogo sensato col fotografo si rimane in superficie.
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The why is the foundation from which the balance of the five factors will grow.
Clearly, the outcome differs for someone who wants a portrait to challenge themselves, versus someone marking a major life change, creating family photos, embarking on a “therapeutic” journey with their image, or seeking a professional portrait for a new career phase. Motivations are endless and crucial; without meaningful dialogue with the photographer, everything remains on the surface.
Lo spazio e il tempo del ritratto
THE SPACE AND TIME OF PORTRAITURE
Dentro le motivazioni di chi chiede il ritratto, il fotografo deve trovare uno spazio relazionale in cui costruire un rapporto fatto di luci e ombre. In quel tempo si crea un palcoscenico — come a teatro — dove la persona ritratta è un po’ diretta ma anche libera di esplorare, interpretare, lasciarsi andare, scoprirsi, perdersi.
La ritrattistica non è “mettere due luci e far posare rigidamente qualcuno”: sarebbe perdere gran parte di questo meraviglioso ambito. Sfruttate i momenti di libertà in cui non dite nulla ai soggetti: spesso sono i silenzi, le imperfezioni, le pause, il capello fuori posto o l’ombra inattesa a rivelare un’espressività davvero autentica.
A ottobre partirà il mio corso di ritrattistica: spero che questa introduzione vi abbia incuriosito.
Le sessioni di ritratto possono essere prenotate sia qui sia sul sito NOVE100, comprese le più complesse sessioni “Personal Echoes”.
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Within the sitter’s motivations, the photographer must build a relational space of light and shadow. During that time a stage—much like a theatre set—is created, where the sitter is partly directed yet free to explore, interpret, let go, discover, even lose themselves.
Portraiture is not “setting up two lights and making someone pose rigidly”: that would miss a huge part of this marvellous field. Take advantage of moments of silence when you say nothing: often silences, imperfections, pauses, a stray hair or unexpected shadow reveal the most authentic expression.
My portraiture course starts in October; I hope this introduction has sparked your curiosity.
Portrait sessions—including the more complex “Personal Echoes” experiences—can be booked here or via the NOVE100 website.
Se siete curiosi di capire come questi concetti danno vita ad un ritratto, all’interno di una sessione professionale di ritrattistica, visitate il nostro Studio. Prendete contatti con Studio Nove100
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If you’re curious to explore how these concepts come to life in a professional portrait experience, visit my studio’s website Nove100 for more details.
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